

Oggetto della decisione
In una sentenza del 04 ottobre 2023, la Corte d’Appello di Parigi ha rinnovato la cosiddetta giurisprudenza “Cristal de Paris “, accettando di risarcire le vittime di concorrenza sleale per il vantaggio indebito ricevuto dai loro concorrenti.
Più specificamente, non meno di 149 tassisti hanno ritenuto di essere stati vittime di pratiche di concorrenza sleale messe in atto da UBER FRANCE nell’ambito del lancio del servizio “UberPop” nel 2014 e nel 2015, che ha permesso a privati – né tassisti né VTC – di offrire viaggi costosi a privati utilizzando i loro veicoli privati tramite un’app.
Mentre UBER FRANCE sosteneva che i ricorrenti non avevano subito alcuna perdita di fatturato e, di conseguenza, riteneva che non avessero provato di aver subito una perdita economica, la Corte d’Appello di Parigi ha osservato che :
- Le pratiche sleali implicano necessariamente l’esistenza di una perdita derivante dalle procedure illecite utilizzate, in particolare le pratiche illegali, che sono fatti che danno origine a un disturbo commerciale;
- Non è contestato che i conducenti di UBERPOP avessero spese operative non superiori al 16,5% del loro fatturato – limitate al carburante e alla manutenzione del veicolo – mentre i tassisti avevano spese pari a circa il 70% del loro fatturato.
- Gli effetti pregiudizievoli sui tassisti hanno comportato “una violazione della parità tra i concorrenti nel mercato del trasporto di privati a pagamento“, consentendo a UBER FRANCE di costruire il suo modello commerciale sulla base di un “vantaggio competitivo illegale “.
In queste circostanze, è stato opportuno fare riferimento alla giurisprudenza “Cristal de Paris ” del 12 febbraio 2020 (n. 17-31.614), e calcolare i risparmi sulle tariffe di cui hanno beneficiato i tassisti UBERPOP nel periodo in questione, prima di trasferirli in proporzione al fatturato di ciascuno dei tassisti.
Oltre ai contributi fondamentali e innovativi della sentenza in merito al metodo di calcolo di questo tipo di perdita economica, la sentenza fornisce anche alcuni promemoria interessanti su punti specifici della procedura, come ad esempio :
- Per quanto riguarda il presunto mancato pagamento delle marche da bollo da parte dei ricorrenti, sollevato da UBER FRANCE, la Corte d’Appello di Parigi sottolinea che solo il giudice può sollevare tale inammissibilità e che, poiché le parti hanno depositato un’unica memoria di ricorso e presentato una difesa congiunta, dovevano pagare un’unica marca da bollo;
- Per quanto riguarda l’interesse ad intentare un’azione legale, sottolinea anche che l’interesse della vittima ad intentare un’azione legale non dipende dalla prova della sua perdita – che influisce solo sulle sue possibilità di successo – così come l’interesse a difendere l’autore di una pratica illegale non dipende dall’imputabilità della pratica – che influisce solo sul ‘merito’ dell’azione legale; e
- Per quanto riguarda l’aggiunta di una nuova voce di perdita economica durante il procedimento d’appello, sottolinea che tale richiesta è perfettamente ammissibile, in quanto cerca di proporre un metodo ‘alternativo’ di calcolo della perdita economica, in risposta alle critiche mosse dalla parte convenuta nelle sue memorie scritte.
La invitiamo a leggere anche l’articolo di Le Monde intitolato “Uber condannata in appello a pagare quasi 850.000 euro ai taxi per “concorrenza sleale” legata all’attività della sua precedente offerta, UberPop”.